La grande avventura può iniziare – Gran Paradiso

La grande avventura può iniziare – Gran Paradiso

Australia, un continente piatto e caldo nel sud del mondo. Nathalie e Mark, due ragazzi che vivono a Tamborine Mountain, non lontano dalla Gold Coast. Una vacanza di dieci settimane in Europa.

Da subito entrambi si chiedono quali esperienze possano vivere qui nel nostro vecchio continente. Mark era stato a Chamonix anni fa, così decide di portare anche la moglie sulla cima di una grande e fredda montagna della l’Alpi: l’affascinante Gran Paradiso in Valle d’Aosta.

L’incontro con loro è fissato alle 14:00 al parcheggio per il controllo dell’attrezzatura necessaria per scalare ed affrontare il ghiacciaio di questa montagna: corda, imbrago e ramponi.

La grande avventura può iniziare.

Camminiamo circa tre ore per arrivare al rifugio Chabod a 2710m, dove passeremo la notte.

I bei colori d’autunno dei boschi si stanno trasformando in rosso, arancio e oro e gli animali selvatici si godono l’ultimo sole caldo prima della lunga stagione invernale. Possiamo anche salutare alcune divertenti e curiose marmotte ed ammirare i “gracchi”, amichevoli uccelli di montagna che giocano nel cielo blu.

La piacevole natura che ci circonda ci distrae dallo sforzo della camminata: arriviamo alla capanna.

Qui riceviamo un altro piacevole dono dalla montagna: la vista della vetta e dei suoi grandi ghiacciai è meravigliosa ma allo stesso tempo impressionate. Domani saliremo proprio lì.

Ora non dobbiamo preoccuparci, una birra fresca ed una buona cena rilassano la mente e ci preparano per la notte.

Dormire a quell’altitudine non è facile soprattutto per chi vive in ​​riva al mare, quindi l’orologio con sveglia alle 4:30 è quasi una benedizione per Nathalie e Mark.

La colazione al rifugio è sempre un po’ strana, circondati da un sacco di alpinisti che cercano di svegliarsi con un caffè e sforzandosi di mangiare qualcosa quando lo stomaco è ancora addormentato.

Ma quando usciamo per iniziare la salita alle 5:30 abbiamo una bella sorpresa che ci ripaga della dura mattina.

La valle in basso è completamente immersa nella nebbia e un’enorme luna piena sta riflettendo la sua luce su questo particolare mare. Davvero un buongiorno per la nostra salita!

Dopo un’ora di cammino raggiungiamo il ghiacciaio. È il momento di utilizzare piccozze e ramponi. Per Nathalie inizia una nuova esperienza e per Mark un piacevole ritorno.

L’inizio del ghiacciaio è molto ghiacciato, è dura camminare con quelle strane punte sotto gli scarponi. Ma siamo presto distratti da questi problemi perché dopo mezz’ora ci ritroviamo circondati da seracchi blu e profondi crepacci che ci spaventano ma ci affascinano allo stesso tempo.

Nel frattempo è arrivata la luce del giorno e la vetta del Monte Bianco, la vetta più alta del Alpi, si sta facendo rossa. La macchina fotografica sta già lavorando sodo!

La salita procede nella fredda brezza fino al colle, intorno ai 3700m, dove il sole ci accoglie in un grande giorno luminoso.

Gli ultimi 350 metri di salita sono i più difficili, a causa del basso livello di ossigeno nell’aria. La vista della Madonna sulla vetta sempre più vicina ci stimola a non arrenderci.

Finalmente raggiungiamo le rocce che sono l’ultimo ostacolo alla vetta. Questi trenta metri sono facili ma vista la grande esposizione sul lato est li rende impossibili per chi ha paura dell’altitudine. Non è il caso di Nathalie e Mark, quindi dopo meno di cinque ore di scalata possiamo festeggiare di fianco alla bianca Madonna del Gran Paradiso, a 4061 metri!

La forte emozione del successo è forse più contenuta della stupefacente visione che abbiamo da qui, rendendo questo momento estremamente intenso. Ci godiamo questi istanti per un po’ tempo. Ora dobbiamo rientrare, il rifugio è lontano e le nostre gambe sono stanche. Tre ore di duro cammino ci riportano allo Chabod.

Felicità e stanchezza ora riempiono la nostra anima e il nostro corpo ma una grande birra fresca e una pasta speciale ci fanno dimenticare la fatica, lasciando solo un grande sorriso estatico sui nostri volti. Un’ora di relax e poi è il momento di dire grazie e arrivederci a questa grande montagna. Un’ultima passeggiata lungo il bosco ed i prati ci riporta alla nostra auto dove caricheremo i nostri scarponi, zaini e soprattutto i ricordi di questo grande viaggio indimenticabile!

Alberto Silvestri

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